I Cantori di Assisi nel Concerto della Settimana Santa DALLA " PORTA DELLE PECORE" AL "LUOGO DEL CRA

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E' questo il percorso proposto dai Cantori nel tradizionale Concerto della Settimana Santa : un pellegrinaggio sulle orme del Cristo nella Sua ultima settimana terrena. Attingendo "fior da fiore" il repertorio ne sottolinea i momenti più salienti attraverso la musica rinascimentale e moderna.
Articolato in due parti nettamente distinte ma strettamente connesse sia per tema conduttore che per tipologia, parte dalla polifonia antica con il fiammingo Berchem e, attraverso Palestrina, De Morales e Da Vittoria, sosta nel 700 con Lotti e giunge a Bartolucci, contemporaneo e vivente, dalla critica definito neopolifonista.
La prima parte si apre con un implorante "O Jesu Christe" di Berchem che prepara l'atmosfera del dramma ed invita poi, col "Sicut Cervus" di Palestrina, a meditare sulla similitudine tra il cervo che anela ai corsi d'acqua e l'anima che anela a Dio.
E' ancora riflessione con "Peccanten me quotidie" di Morales che ricorda con forte drammaticità : "..in inferno nulla est redemptio."
L'ascoltatore si scuote perché nel "Caligaverunt" l'aria è lacerata dal grido dell'uomo che nel momento della sofferenza pensa che Colui che lo consolava l'abbia abbandonato… "Si est dolor…sicut dolor meus" e l'invito alla meditazione si fa sempre più forte per raggiungere il suo culmine nella contemplazione del sacrificio estremo. E' a questo punto, infatti ,che esplode il "Crucifixus" di Lotti che da solo sarebbe bastato a provocare i moti dell'anima e del cuore.
Con le scarne parole del Credo "..Crucifix sub Pontio Pilato, passus et sepultus est", questo mottetto a sei voci che si susseguono e si sovrappongono ha in sé forza scultorea e lapidaria e l'unica parola di apertura "Crucifixus" evoca, con potere icastico, la sommità del Golgota.
Un percorso, dunque, intenso e profondo nei significati che, accompagnato da Bartolucci, prosegue seguendo, passo dopo passo, gli avvenimenti di quella Settimana , dalla Domenica delle Palme al Venerdì Santo. evocati come quadri plastici e posati come pietre miliari.
Ecco l'ingresso festoso e trionfale di Gesù a Gerusalemme dalla porta oggi di S. Stefano accolto dai fanciulli . Sembra quasi di vederli, nel "Pueri Hebraeorum", osannanti e festanti, agitare i ramoscelli di ulivo.. Una musica festosa e danzante di sapore popolare che, intercalata dal gregoriano che racconta come gli stessi stendessero a terra i loro abiti, coniuga felicemente antico e moderno completando il quadro.
Il pellegrinaggio continua , sosta per la lavanda dei piedi e si compenetra di mistero con "O Sacrum Convivium" nell'adorazione del Mistero Eucaristico: è il Giovedì Santo.
Gesù si avvia verso il supplizio e dal Coro si innalza "Jerusalem surge" : un' esortazione alla città perchè dismetta gli abiti della festa , indossi il cilicio e a cosparga di cenere il capo "..quia in te occisus est Salvator Israel". Una composizione forse non troppo conosciuta del grande Bartolucci ma profondamente incisiva che ha visibilmente colpito l'uditorio.
Tre brani da "Le sette parole di Cristo" e il dolente "Popule meus" in cui Cristo chiama ed interroga il suo popolo con il "..contristavi te.." cromaticamente scandito, avviano alla conclusione.
La Passione si compie ma il programma si chiude con il trionfale "Crux Fidelis" poiché questo era il suo intento fin dal principio: celebrare ed esaltare la Croce come simbolo di trionfo, intento che trova il suo compimento nel gregoriano "Pange Lingua" che recita : "canta. o lingua, il nobile trionfo della Croce.."
Ma la piena realizzazione è nella Resurrezione sottolineata nel programma dal Salmo 65 in "Jubilate Deo" che invita cielo e terra a lodare il Risorto. Un canto festoso in cui le quattro voci si chiamano, si rispondono e si uniscono mentre P. Cerroni all'organo le accompagna con un altrettanto festoso ostinato.
Un repertorio degno della migliore tradizione , proposto con intensa partecipazione dai Cantori abilmente diretti dal gesto preciso e significativo di P. Maurizio Verde che in più di un'occasione ha evidenziato una perfetta sintonia col gruppo. Un'esibizione che i presenti hanno caldamente e lungamente apprezzato. Dagli ascoltatori una segnalazione particolare riguardo al timbro della sezione dei soprani : quasi di voci bianche. Timbrica assolutamente in accordo con i brani eseguiti. E sempre dal pubblico il commento: Grazie, ci avete fatto riflettere molto! non solo è stato premio alla fatica ma ha dimostrato che si era colto nel segno!
Nota triste della serata, un'illustre assenza: P: Evangelista Nicolini impossibilitato per motivi di salute sia a dirigere che ad assistere.
A lui è andato in apertura il saluto affettuoso di P. Maurizio e dei Cantori. Lui, dal canto suo, ha fatto sapere che sarebbe stato comunque presente col cuore e che avrebbe cantato e pregato con loro: pensiero che, sicuramente, ha accompagnato l'esecuzione.
Da questa pagina inviamo a P. Evangelista gli auguri di pronta guarigione perché possa, quanto prima, tornare sul podio e tra i "suoi Cantori".


Assisi ,Aprile 2001

Maria Francesca Tanda