UN ALBERO SEMPRE VERDE

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Così piace definire il " suo " coro al Direttore P. Evangelista Nicolini.
La similitudine ,a prima vista, parrebbe assai velata, ma un " lettore" attento potrebbe scorgervi un chiaro riferimento all'olivo che svaria in aspetto e colore offrendo di sé uno spettacolo multiforme.
Così questo gruppo in grado di proporsi in modi sempre diversi.
A dimostrare questo il concerto del 10 Marzo u. s. nella Basilica inferiore di S. Francesco, in onore dei partecipanti al Convegno Nazionale dell' AISC con un repertorio che attraversa i secoli esaltando, nel canto, la parola quale tramite tra l'umano e il divino.
Come l'Orfeo di Tracia così il Cristo.
E' questo, infatti, il tema ispiratore del titolo del concerto: Il divino Orfeo e l'angelo di Sua Madre.
Come "… Orfeo ammaliava le selve e l'animo delle belve e attirava anche le pietre… " (Ovidio - Metamorfosi XI,I), così il Cristo " voce delle grandi acque " che accorda e fonde in uno voci umane e celesti e a cui si indirizza il concerto universale di tutte le creature.
Ed è per questo che la prima parte del Concerto, aprendosi con l'invocazione all'Agnello nell'incomparabile bellezza dell'Agnus Dei della Missa sine nomine di Palestrina ripercorre i grandi misteri della vita di Cristo: Nascita, Passione e Morte e col CRUX FIDELIS del M° Bartolucci celebra la Croce " inter omnia arbor una nobilis " simbolo non di morte ma di vittoria e trionfo.
Un toccante mottetto penitenziale del '500 di C: Morales, Peccantem me quotidie, si rivolge a " Colui che volentier perdona.. "perché non tenga conto del peccar quotidiano.
Non si può non rivolgere, a questo punto, un pensiero alla giovane violinista Matilde Scarponi che ha accompagnato l'esecuzione di NATAL NATAL di R. Zandonai dimostrando notevole perizia nonostante la sua verde età. La sua abilità ha evidenziato, insieme alle voci dei Cantori, la nordica nostalgia del Natale.
La seconda parte del concerto è consequenziale alla prima: il figlio non è mai disgiunto dalla madre e tutti i brani proposti ripetono le parole con le quali l'Arcangelo cantò Kayre Maria… Ave Maria.
Le sette " Ave Maria " che i Cantori propongono offrono un'antologia ricca e palpitante su un tema che da sempre ha affascinato numerosi artisti attratti da quelle due semplici parole, senza confini di tempo e di luoghi: da Bousignac a Poulenc a Bartolucci, dal 600 ai giorni nostri.
La stesso D'Annunzio non resistette a quel fascino e, parafrasando il saluto dell'angelo, compose i versi che, nella Parisina, Mascagni musicò.
Tutti esprimono con toni gioiosi la letizia dell'annuncio divino ad eccezione della composizione di Poulenc che rende l'alta drammaticità del canto innalzato dalle 17 Carmelitane di Compiegne ai piedi della ghigliottina e che potrebbe evocare i sentimenti della Vergine sotto la Croce.
Un repertorio, quindi che sviluppa un unico tema per il quale il folto pubblico non solo ha mostrato notevole gradimento ma, di più, ha evidenziato, soprattutto per la seconda parte, partecipazione emotiva quasi palpabile.

Assisi 13.3.99

Maria Francesca tanda