UN'OPERA GRANDIOSA AL CULMINE DELL'ATTIVITA' DEI CANTORI DI ASSISI PER IL 1999

Stampa

Da sempre le opere creativo e prolifico compositore contemporaneo
M° Domenico Bartolucci hanno trovato in P. Evangelista Nicolini, suo discepolo, e nei Cantori di Assisi profondi e fedeli estimatori, tant'è che le sresse ricorrono frequentemente nei programmi dei loro concerti per le occasioni più diverse.
Per la Sagra Musicale Umbra di questo settembre, il Duomo di Perugia ha ospitato i Cantori e altri due cori , uno diretto dal M° Marini e l'altro dal M° Mastriforti che, accompagnati dall'orchestra sinfonica del Conservatorio cittadino hanno eseguito LA TEMPESTA SUL LAGO, intenso e drammatico Oratorio del M° Bartolucci in cui l'Autore racconta, in forma originale, il miracolo della tempesta sedata sul Lago di Genezareth.
L'opera, in due parti, si apre con un invito agli elementi della natura perché lodino il Signore.
Descrive, nella prima, l'accorrere della folla che, raccolta sulle rive, si rivolge a Gesù chiedendone la guida "..quo tu pergas te sequemur . . .verba vtae aeternae habes . . .sine te quo tendimus ? " e, nella parte solistica, sullo sfondo della narrazione storica,introduce la domande di uno scriba e le risposte di Cristo. Si chiude , quindi, con un magnifico corale sulle parole ". . paradisi ianua tecum ingredimur! "
Leggero, arioso e danzante l'accompagnamento strumentale, in cui i violini hanno una parte rilevante, immerge l'ascoltatore in un clima sereno e festoso che l'accompagna fino all'apertura dell seconda parte.
Qui, a modo di barcarola, archi e flauti, quasi sapienti pennelli, conferiscono plasticità all'immagine musicale: l'imbarcazione lascia la spiaggia e procede tranquillamente mentre il lido si allontana e i remi fendono dolcemente le onde sotto i dardi del sole. Niente è presagio del tumulto imminente.
La tempesta si scatena improvvisa, inattesa: flauti ed ottoni amplificano quel dramma subitaneo al suo diapason nell'invocazione: ". . salva nos . . perimus "insistente e reiterata che, con ritmo incalzante, si ripete nell'intervento delle quattro voci che si alternano, si susseguono, si intersecano esprimendo, in modo molto realistico, l'angoscia dei naufraghi in balia dei flutti.
Ma il miracolo si compie: le acque tacciono e la musica svanisce dolcemente.
La ripresa in un crescente, gioioso e quasi inesauribile fugato rimanda all'idea iniziale ". . tui sunt coeli et tua est terra . . mare et omnia quae in eis sunt . . " e suggerisce lo stupore di un interrogativo ". . quis putas esse iste quia ventus et mare oboediunt ei? "
Imponente il finale nell'unisono di un'affermazione ". . vere filius Dei est. "
La tessitura polifonica, ricca ed articolata, riporta - non sembri azzardato il paragone - ai grandi compositori del passato e, se si riflettesse sul fatto che l'opera è datata 1935 quando il Bartolucci era un seminarista appena diciottenne, il tutto avrebbe del prodigioso: per ricchezza e fantasia tematica, la sapienza contrappuntistica, la sorprendente maturità dell'opera.
L'orchestra, formata in gran parte da giovani musicisti, ha assolto onorevolmente al proprio compito anche se, data la particolare acustica del Duomo fiati ed ottoni avrebbero potuto essere meno presenti.
Il M° Giuliano Silveri, emotivamente molto coinvolto, ha diretto acuendo con il suo temperamento una partitura già di per sé abbastanza vigorosa. Il coro, fedelissimo alla direzione ha partecipato con sincerità ai momenti più intensi.
Un particolare plauso va ai solisti: F. Marcacci, tenore, che in veste di storico ha narrato gli avvenimenti eseguendo una partitura abbastanza difficile; C. Chialli, contralto, che con voce calda e profonda ha conferito forte spessore alle affermazioni dello scriba; M. Meneghini, soprano, donna del popolo che tratteggia la figura di Cristo: ". : saeculorum principem . . regem gentiun . .princeps pacifer . ." ; R. Abbondanza, basso, che con grande maestosità ha prestato la sua voce a Gesù.
Lìautore, presente, ha espresso commosso la propria approvazione e rivolto il suo grazie a tutti gli esecutori.
Silenzioso ed attento il pubblico che gremiva la cattedrale ha manifestato chiaramente ed in maniera prolungata il suo apprezzamento.

Assisi, Settembre 1999
M. Francesca Tanda