S. Cecilia 2009 Omaggio dei Cantori di Assisi a tre grandi compositori

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Dotta e ghiotta l’occasione che quest’ anno la storia ha offerto agli estimatori della musica ed i Cantori non se la sono lasciata sfuggire. Il 2009 ricorda tre grandi compositori ed il programma del concerto, eseguito per la festa di S. Cecilia, ruota intorno a Händel, Haydn e Mendelssohn di cui ricorrono rispettivamente, ed appunto nel 2009, il duecentocinquantesimo e il bicentenario della morte ed il bicentenario della nascita. Dalla la fine del ‘600 alla prima metà dell’800, dal Barocco, al Classicismo ed al Romanticismo, da questi eccelsi esponenti del panorama musicale di quel tempo abbiamo ricevuto opere di grande genialità e maestria compositiva.

L’ estensore del programma, dunque, non poteva esimersi dal ricordarli e dal rendere loro omaggio. Così i Cantori, nella consueta cornice della Basilica di S. Chiara in Assisi, hanno offerto al foltissimo pubblico brani preziosi e di grande suggestione. La Missa brevis Sancti Joannis de Deo di F.J. Haydn ha costituito la parte centrale dell’esibizione. Una composizione ariosa, leggera, scorrevole ed, in alcuni punti, perfino dalle cadenze quasi profane ma anche austera e dolce. La caratteristica che subito colpisce di questa Missa brevis è proprio la sua brevità ottenuta, in alcune parti e per buona parte come nel Gloria e nel Credo, con la sovrapposizione del testo: le quattro voci cantano testi diversi rendendo il tutto sicuramente poco comprensibile ma inducendo l’ascoltatore a concentrarsi sugli effetti melodici ed armonici ed a gustare soltanto e solamente l’aspetto musicale. Nonostante la sua brevità, questa Messa ha, però, un sapore di intimità che non è sfuggito al pubblico che con molta attenzione ha seguito l’esecuzione. Il Sanctus, il Benedictus, con l’intervento del soprano solista Loretta Carlini, e l’ Agnus Dei costituiscono forse la parte più interessante della Messa. Quest’ultimo è austero ma dolcissimo e si chiude sulla parola “pace” che le voci si rimandano e che si perde in un pianissimo. Assolutamente nuovi a questo genere musicale i Cantori hanno, ancora una volta, rivelato la propria duttilità. Le loro voci hanno espresso ora gioia, ora danza, ora austerità ed ora dolcezza seguendo il Direttore P. Maurizio Verde che dal podio catturava gli sguardi, evocando col gesto le diverse espressioni. Tutto questo, oltre al potente impatto emotivo della composizione stessa, ha fatto sì che il pubblico, in assoluto e rispettoso silenzio, ne gustasse profondamente l’esecuzione e l’apprezzasse poi in maniera esplosiva.

Del grande compositore e pianista tedesco J.L. F.Mendelssohn la scelta ha privilegiato tre brani. Sit laus plena, dall’ Oratorio Lauda Sion op. 73, il primo. Discendente da famiglia ebraica poi convertitasi al luteranesimo, l’autore rivela, in molte delle sue composizioni sacre, il suo interesse per il cattolicesimo e verso l’ Eucaristia in questo caso. Sit laus plena è un arioso corale che il Coro, ora vigoroso e presente, ora più sommesso, esegue rispondendo al soprano solista: in questo brano Monia Mariani. Ancora di Mendelssohn altre assolute novità: Laudate pueri e Beati mortui. Sembra che l’autore, durante un suo soggiorno italiano, avesse ascoltato le voci delle monache francesi di Trinità dei Monti. La dolcezza di quelle voci lo colpì profondamente e lo ispirò a tal punto che compose il Laudate pueri per sole voci femminili: un delizioso e delicato mottetto che si dipana in due fasi. Ad un allegro moderato cantato dalle tre voci in stile imitativo succede un adagio in cui, accompagnato dall’organo, il coro risponde come da lontano, ad un piccolo gruppo che canta a cappella e che, simile ad un coro angelico sulla scena, continua proclamare e ad innalzare la lode al Signore. Il secondo, per sole voci maschili, riafferma fortemente la speranza della vita oltre la morte. Entrambi non certo privi di suggestione e fascino ed entrambi apprezzati dal pubblico che è sembrato però preferire il secondo in cui le voci maschili, dalle sonorità ora cupe ora luminose, hanno reso in maniera pregnante e significativa il messaggio testuale manifestando il meglio della propria sonorità vocale. Come dire anche: logos e pathos perfettamente coniugati.

A conclusione di un concerto che, subito dopo la celebrazione della S. Messa animata dal Coro e presieduta dal Vescovo Emerito della Diocesi di Assisi S. Ecc. Mons. Sergio Goretti, si era aperto col Cantantibus organis del M° D. Bartolucci in onore della patrona del canto, il notissimo Hallelujah di G. F. Händel, coro finale della seconda parte dell’ Oratorio “The Messiah”, per celebrare sia il grande compositore, sia l’eternità del regno di Cristo: quasi un messaggio ispirato dalla coincidenza di quella sera con la Prima domenica d’ Avvento. Con una composizione che, data la sua notorietà, non necessita di commenti la voce squillante e potente del Coro accompagnata all’organo dal M° Angelo Silvio Rosati di Spoleto, ha invaso le navate e salutato il pubblico che prontamente ha risposto con una standing ovation.

Dicembre 2009

Maria Francesca Tanda