Kamene in Canto e Cantori di Assisi in DUE CORI PER CHIARA

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Ricordare un'amica e ricordarla col canto. Questa l'idea della Maestra Gabriella Rossi che si è concretizzata col doppio concerto tenutosi nell'intima cornice della Chiesa Nuova di Assisi. Un'amica, una compagna, Chiara Cagnetti Sawada recentemente scomparsa, cui le Kamene in canto, il gruppo di sole voci femminile diretto da Gabriella Rossi, ha reso omaggio insieme ai Cantori di Assisi.
Le bellissime voci delle Kamene e la spiritualità dei Cantori non hanno mancato di colpire profondamente l'uditorio attento, compreso e partecipe di quell'atmosfera di ricordo e rimpianto.
I brani proposti dal primo gruppo da" Altissima luce" del Laudario di Cortona, al '500 con Nanino Anerio e Gallus fino ai moderni con Zori, Azon e Busto hanno messo in risalto un'accurata preparazione e un alto livello di competenza.
Dell'insieme mi piace sottolineare in particolar modo tre brani: il "Santa Margarita" di Azon dove vocalizzi si susseguono e si inseguono creando strane dissonanze. Una melodia di concezione assai moderna, quasi difficile da accettare ma eseguita con estrema perizia. "Anì el elohim Ekrà" , molto adatto alla circostanza, che è stato reso particolarmente coinvolgente dalla splendida interpretazione del solo: un contralto dal timbro caldo e profondo che negli ascoltatori ha sicuramente accresciuto il livello di commozione già abbastanza elevato. Hanno chiuso con un "Alleluia" , quello di Busto le Kamene che hanno, forse, così voluto comunicare che oltre il dolore e il rimpianto c'è anche la gioia per un'anima che ritorna al Padre.
Un percorso costruito intorno a una memoria ,quella di Chiara ex corista, per i Cantori.
Non a caso , fulcro del repertorio, "Vade Secura" dal Transitu S. Clarae perché di transito si è trattato. Col dolce brano di Refice i Cantori hanno voluto accompagnare questa amica nel suo distacco.
Una corolla di grandi per ricordarla: da Palestrina e Bach a Duruflé e Jaeg.
L'antico canto dei battezzandi "Sicut cervus" che nel sottolineare la similitudine tra il cervo e l'anima che sitibondi entrambi anelano all'elemento vitale, l'acqua per l'uno, Dio per l'altra, ha forse voluto esprimere la speranza che Chiara abbia raggiunto l'agognata sorgente.
Cantare è pregare e con il lied di Bach "Dolce Gesù" e "Salve Mater", melodia gregoriana a quattro voci, i Cantori hanno invocato per lei la dolcezza divina e l'amore materno del Cristo e Sua Madre, mentre nell' "Ubi Caritas" si ricordava che carità e amore sono, sulla terra, presenza divina che unisce e santifica per cui chi tanto ha amato, tanto sarà glorificato.
Un insieme, quindi, ben degno per pregare e ricordare chi non è più.
I due cori, congiuntamente, hanno eseguito in chiusura la sequenza di Pasqua "Victimae Paschali Laudes" di Vipo di Borgogna per confermarci che i cieli sono stati riaperti a noi dalla "vittima pasquale" , per suggellare un momento di commozione e rendere vive le parole di Cristo: Dove sono due o tre riuniti nel mio nome Io sono in mezzo a loro.
Assisi, luglio 2001

M. Francesca Tanda