PASQUA 2000 I CANTORI DI ASSISI IN CONCERTO VOCI PER IL SACRO TRIDUO

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I Cantori, alla vigilia del triduo Pasquale, hanno salutato - mi si conceda il termine - la prima Pasqua del secondo millennio alla loro maniera: col canto. Le loro voci si sono levate dalla Basilica Superiore di S.
Francesco restituita al suo originario splendore.
" Testata d'angolo" per la costruzione del programma la Crocifissione ed il Crocifisso, il patibolo ed il Condannato. Il grande Crocifisso del Cimabue che campeggia nel transetto di sinistra della stessa Basilica ha forse dato l'ispirazione? Sta di fatto che tutti i brani, tranne uno, parlano di Croce e di Calvario : dal canto gregoriano alle monodie medioevali in volgare, alle laudi, alla polifonia ricca , fino ai giorni nostri con due autori viventi: Bartolucci e Part nel Salmo 95 di recentissima elaborazione (1966).Un excursus che abbraccia un millennio. Non è facile scegliere dove soffermarsi in un repertorio così ricco e intenso ma sembra doveroso spendere qualche parola su due brani che, a mio avviso, ne costituiscono la punta di diamante: TENEBRAE e CRUCIFIXUS.
Due " ambienti " musicali totalmente diversi ma ugualmente incisivi e comunicativi. Il primo di Ingegneri (1545-1592) è un racconto espresso con grande vigore commentato da una polifonia semplice ed omoritmica: possiede in sé la straordinaria forza icastica di una narrazione fortemente drammatica. Le voci dei Cantori che sembrano tagliate apposta per questo genere musicale, hanno reso palpabile tutto questo trasportando l'uditorio attentissimo e silenzioso nell'ambiente e nell'atmosfera immaginati dall'Autore.
Del veneziano Lotti (1667-1740) il secondo, un mottetto a sei voci. Un brano forte in cui la scena della Crocifissione si apre sulla parola "Crucifixus" pronunciata, anzi gridata dalle sei voci all'unisono. Di grande potere evocativo richiama con vigore lapidario la Croce sulla sommità del Golgota: ritta, stagliata contro il cielo, isolata e spoglia di ogni contorno. Riporta alla mente il "…tutto è compiuto."
Il testo, scarno e laconico, assume tinte fortemente drammatiche dove le poche parole del Credo " Crucifixus sub Pontio Pilato, passus et sepultus est" passano da una voce all'altra con cromatismi e ritardi, scambi di parti e di accenti che costituiscono dissonanze continue: quasi colpi di scalpello su un blocco di marmo da cui l'artista libera ad una aduna le figure., sembrano rappresentare la crudeltà dell'evento. Con abile maestria i Cantori hanno interpretato il brano coinvolgendo emotivamente il pubblico. Conferme avvenute a fine concerto. Una citazione a parte merita il CANTATE DOMINO del contemporaneo A. PART. L'estone elabora il salmo 95 congestionando lo stile discantistico dove le voci, intervenendo parallele o per contrasto danno alla composizione un taglio spiccatamente moderno pur legato ancora all'antico quando ognuno cantava la stessa melodia, ciascuno nel proprio registro.
I coristi, pur muovendosi con questi brani su un terreno nuovo, accidentato e pericoloso, hanno comunque dimostrato di essere i Cantori di sempre, capaci cioè di coinvolgere, affascinare e trascinare il pubblico tra cui anche i molti "profani" hanno capito e molto apprezzato il minuzioso lavoro di preparazione che traspariva chiaramente.
Un accenno alla Pasqua col REGINA COELI di Bartolucci: breve e sul motivo gregoriano è intessuto su una formula contrappuntistica molto stretta, dove gli ingressi serrati, intercalati dagli Alleluia, conferiscono spessore al brano e suggeriscono la letizia pasquale. Del repertorio più usuale, invece, il CRUX FIDELIS arricchito di accenti toccanti dalla voce della soprano solista.
Non potevano mancare esempi di pietà popolare italiani e non: due laudi monodiche del XIV e XVI secolo e uno spiritual estremamente espressivo, CRUCIFICTION, i cui motivi ritmici e ripetitivi rappresentano il corteo che accompagna il condannato fino alla morte. Tra le due laudi un cenno particolare al CRISTO 'NIPOTENTE: qui la voce del controtenore, stilisticamente aderente al genere, da vita alla lamentazione del Cristo, sposo fedele, per l'infedeltà della sposa.
Con questi brani i Cantori " giocavano in casa" e l'esecuzione merita il commento di sempre: grazie!
Un grazie all'organista P. Cerroni che ha aperto il concerto con un preludio su un corale di Bach ed accompagnato gli unici due brani non a cappella: O CAPO INSANGUINATO e CANTATE DOMINO.
Ma il grazie di tutti va soprattutto ai due Direttori. P. Evangelista, forse un po' affaticato, che dal podio ha più dipinto che diretto le esecuzioni; P. Maurizio Verde che con gesto preciso ma significativo ha diretto con piglio forte e deciso portando il Coro ad esprimersi al meglio delle proprie possibilità in un repertorio nuovo e difficile.
Un mix ben dosato e calibrato che il numeroso pubblico non ha faticato ad apprezzare in maniera molto esplicita. Al termine applausi, congratulazioni e iudizi oltremodo positivi in un grazie quasi corale.

Maria Francesca Tanda